Relatore: Archeologo dott. Pasquale Marino.
Il titolo naturalmente costituisce una provocazione, tesa a stimolare linteresse degli uditori e a focalizzare largomento clou di quella che sarà largomentazione del relatore.
Più esplicativo sullargomento della conferenza, il sottotitolo. Esso trae lo spunto e prende in considerazione le caratteristiche del territorio posto a Nord della città di Viterbo.
Si vuole argomentare e porre in luce, il rapporto stretto e inscindibile che esiste tra la viabilità, oggi fossilizzata in massima parte dallattuale percorso della via Cassia, e la presenza di corsi, sorgenti e bacini di acque, riscontrabili nel tratto di territorio che va dai Monti Cimini, fino a raggiungere il fiume Paglia, massima propaggine Nord della attuale provincia viterbese.
Un particolare di assoluta importanza in questo caso, è costituito dal fatto che buona parte del percorso preso in esame, è costellato dalla presenza di sorgenti di acque calde, di valore terapeutico. La compresenza in ununica area, di acque calde e fredde, disposte in maniera alternate, crea un unicum di decisa originalità.
Il rapporto interattivo tra presenze idriche e viabilità diventa caratterizzante nel caso del territorio preso in esame. Tale rapporto è riscontrabile materialmente nella sua intensità e persistenza, durante il corso di oltre tremila anni.
É proprio la interattività di rapporto tra la viabilità e la presenza di risorse idriche di vario genere, laghi, fiumi, sorgenti termali, che ha caratterizzato gli insediamenti umani nellarea, e che lha resa un punto nodale, essenziale si potrebbe dire, per gli spostamenti in questa area peninsulare interna.
Spostamenti che si sono determinati, sia in senso Est-Ovest, in pratica dal mare verso linterno. Sia viceversa in senso Ovest-Est, cioè dalle valli dellinterno verso il mare. Questo in particolar modo nelle fasi protostoriche. Ma anche per gli spostamenti in senso Nord-Sud / Sud-Nord . Di cui i movimenti, per accedere allUrbe da Nord, e viceversa per inoltrarsi da Roma verso Nord, in epoca storica, sono la massima attestazione.
Su quest ultimo asse di comunicazione, si è così innescato un rapporto continuo, proficuo ed equilibrato di questarea, con la Città Eterna che è durato in varie forme fino alla metà del XX seccolo.
Riteniamo che tale continuità debba costituire un elemento di caratterizzazione culturale del territorio, da valorizzare e divulgare, al fine di renderlo elemento identificante e riconoscibile dellarea stessa.
Il rapporto che si intende presentare e spiegare, è riscontrabile archeologicamente e storicamente.
A partire delle età protostoriche, con presenze dette rinaldoniane, e quelli perilacustri del lago di Mezzano e di Bolsena, per proseguire con le attestazioni villanoviano/etrusche. In questo caso linsediamento dellAcquarossa, evoca in modo esplicito largomento in esame.
Come naturale aspettarsi, la romanizzazione dellarea, ha lasciato ampie testimonianze, tra cui impianti termali, ed insediamenti. Tra questi ultimi, alcuni piuttosto imponenti quali Ferento. Ma il maggior lascito di questo periodo è costituito dalla vera e propria via Cassia. Con interi tratti ancora riconoscibili. É proprio la realizzazione materiale di tale strada che codifica in modo tangibile, questo rapporto tra la esigenza di spostamento degli esseri umani e le risorse naturali del territorio preso in esame. Tale codificazione persistente tuttora, è divenuta elemento integrante, rispetto alle risorse naturali. Di essa quasi non ci accorgiamo, tanto si integra negli elementi paesaggistici
Aspetti poco conosciuti e studiati dellarea, riguardano la cristianizzazione, vi sono però alcune testimonianze materiali e i racconti di qualche martirio. Sia a Viterbo stessa che a Bolsena.
Larrivo dei Goti, con la tragica fine della regina Amalasunta, lega questa popolazione al lago di Bolsena.
La presenza del Papato a Roma, e il suo affermarsi nel corso del basso Medioevo, come massima autorità dellOccidente cristiano, inserisce questarea nei grandi circuiti europei, fino alle soglie della Rivoluzione francese. In questo periodo il Pellegrinaggio assume sviluppo notevole, e larea esaminata è ampiamente interessata dal fenomeno del passaggio dei pellegrini stessi, verso Roma e verso la Terrasanta. Da prima del Mille si parla di Via Francigena, intendendo con ciò, una serie di percorsi che dalla Britannia, giungevano a Roma attraverso la Francia. In questi percorsi rientra anche il territorio esaminato.
Larea è citata più volte da Dante Alighieri. Quasi a rispecchiare la vivacità dei passaggi di genti che allepoca del poeta, si spostava attraversando questo territorio, per motivi politici, religiosi, economici. Vivacità di movimenti, che è caratteristica tanto nascosta, quanto rilevante del Medioevo.
Su questo fenomeno si innesta la considerevole presenza dei Templari e di altri ordini cavallereschi nella zona. I Papi fissano lungo questo percorso alcune delle loro sedi. Tra quelle fuori Roma, Viterbo e Montefiascone, appaiono di primaria importanza.
Nel Rinascimento, personaggi politici, ecclesiastici ed artisti continuano a muoversi su questasse di comunicazione. Tra questi Michelangelo, il quale ne apprezza le acque termali presenti e studia i resti di strutture classiche ancora tuttora visibili.
In età Moderna larea è interessata dal fenomeno del Gran Tour dei ricchi nordeuropei, e spesso è descritta nei loro racconti di viaggio.
Con lUnità dItalia il rapporto di questarea con Roma si modifica e da proficuo, diventa suffraganeo, e debitorio verso la capitale. Negli anni Sessanta del XX secolo, viene realizzata la grande arteria dellautostrada A1 che collega Roma al Nord della Penisola. Larea esaminata è tagliata fuori dai grandi collegamenti nazionali.
Un elemento di debolezza questultimo, che però potrebbe trasformarsi in un elemento di forza, nella situazione attuale, se inteso come caratteristica di integrità del territorio.