Presentazione libro Tuscia Nascosta

Sabato 10 Maggio alle ore 17.30 a Viterbo presso l”Incubatore Icult in Via Faul ex Mattatoio

rn

La Società archeologica viterbese Pro Ferento

rn

Presenta il libro Tuscia Nascosta

rn

La nostra associazione credo che attualmente sia la più antica associazione di volontariato perché, la Società Archeologica Viterbese “PRO FERENTO” è un’organizzazione non lucrativa che continua nel tempo e nei modi lo spirito e la tradizione della Società fondata il 18 novembre 1906 dall’archeologo Luigi Rossi Danielli; a seguito delle importanti scoperte durante gli scavi nell’area di Ferento, insieme a 60 soci-azionisti, tutti appassionati di archeologia e storia locale, tra i quali Anselmo Anselmi, Giacomo Polidori, Filippo Ascenzi, Andrea Scriattoli,, Filippo Cassani, Pietro Giusti, Riccardo Marini, Augusto Gargana, Giuseppe Signorelli, Pietro Egidi, Cesare Pinzi, con il Duca D. Pietro Lante della Rovere quale Presidente, e la sede nel palazzo degli Alessandri, nel quartiere S. Pellegrino in Viterbo.

rn

Gli scopi e gli obiettivi della Società furono quelli di esplorare l’area della distrutta città di Ferento con opportuni scavi archeologici e di costituire cogli oggetti rinvenuti un apposito Museo Ferentano che potesse con le sue epigrafi e con i suoi cimeli fornire materia per illustrare degnamente la Storia e l’Arte della nostra regione.

rn

rn

La morte di Luigi Rossi Danielli, avvenuta il 10 maggio 1909, non affievolì l’impegno della Società, che continuò ad operare con lo stesso entusiasmo, sotto la direzione del prof. Pietro Egidi

rn

rn

Il 29 settembre 1927 la Società Archeologica Viterbese “Pro Ferento” ebbe il riconoscimento giuridico ufficiale, il Re Vittorio Emanuele III firmò il decreto relativo all’erezione in ENTE MORALE, Così la Società “Pro Ferento” fu inclusa di diritto nell’insieme degli Enti ai quali lo Stato affida tutt’ora la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-archeologico ed artistico della Nazione.

rn

rn

Purtroppo dagli anni 30’ fino all’inizio degli anni 60’, con le vicende dell’ultima guerra mondiale la Società attraversò un periodo di scarsa attività, ma l’eredità culturale non era andata persa. Infatti, proprio negli anni 60 un gruppo di giovani volontari guidati dal prof. Paolo Giannini rese di nuovo operativa la SOCIETÀ ARCHEOLOGICA VITERBESE “PRO FERENTO”. Prof Giannini che ringrazio ufficialmente sia per la sua presenza qui stasera e sia per l‘impegno in tutto quello che ha sempre fatto con passione e dedizione per la nostra associazione e per la divulgazione della storia e cultura del territorio viterbese.

rn

rn

Il logo dell’associazione adottato allora e tutt’oggi in vigore, sintetizza i tre periodi della città di Ferento: lo specchio il periodo etrusco, il teatro il periodo romano, mentre il manico a forma di palma riproduce lo stemma di Ferento medievale.

rn

Da allora i soci volontari, in collaborazione con la SBAEM, si sono sempre impegnati, nello spirito degli illustri predecessori, con passione, coerenza e disinteresse, per la difesa del patrimonio storico ed archeologico di Viterbo e della Tuscia.

rn

    rn

  • Nel 1968 la Soprintendenza, riconoscendone le serietà dell’operato, le affidò la ricerca e lo studio storico-archeologico della zona di Riello; furono individuati centri etruschi, cinque necropoli e identificata la città romana di Surrena Nova (Viterbo), fino ad allora solo ipotizzata.
  • rn

  • Ha collaborato con re Gustavo Adolfo VI di Svezia durante gli scavi dell’abitato etrusco di Acquarossa e con L’Ecole Française de Rome presso il sito di Musarna.
  • rn

  • Si deve alla Pro Ferento il ritrovamento del mosaico di Musarna ora custodito al Museo Etrusco della Rocca Albornoz
  • rn

  • il rientro a Viterbo delle Muse di Ferento (consegnate dopo il ritrovamento nel 1902 dal Museo archeologico di Firenze,
  • rn

  • Nel 1998 ha effettuato uno studio approfondito su migliaia di frammenti ceramici custoditi nel Convento di S. rosa confluito in due mostre fotografiche e nella pubblicazione del catalogo “Le ceramiche del Monastero di S. Rosa da Viterbo”.
  • rn

  • Nel 2008 ha presentato al Comune di Viterbo il progetto “IDEE PER VITERBO”, un percorso archeologico-storico-artistico-ambientale e religioso lungo la Strada Bagni.
  • rn

  • Sempre nel 2008 durante una ricognizione di superficie fu ritrovato il coperchio di un sarcofago etrusco con figura recumbente, conservato ed esposto al Museo Nazionale Etrusco della Rocca Albornoz, insieme ai numerosi reperti ritrovati durante lo scavo dell’intero ipogeo, e sempre in collaborazione con la SBAEM,
  • rn

  • Il ritrovamento di 2 blocchi in peperino ritrovati nel fosso Urcionio, recuperati e ora esposti al museo Rocca Albornoz, che saranno oggetto di una conferenza illustrativa il 29 di maggio presso il Museo stesso.
  • rn

  • Nel 2009 in occasione della celebrazione del centenario della morte dell’archeologo Luigi Rossi Danielli, la Società Pro Ferento chiese l’intestazione del Museo Civico di Viterbo in quanto donò oltre 3.000 reperti e costituì il Museo stesso; finalmente l’amministrazione comunale ne deliberò l’intestazione il 2.11.2010 ed il 23 maggio 2011 fu inaugurata l’apposizione della targa. ora abbiamo il Museo Civico “Luigi Rossi Danielli” (ringraziare il dott. Vincenzo Catalano)
  • rn

  • Periodicamente i soci svolgono ricognizioni di superficie sul territorio, sorvegliando e segnalando scavi abusivi con il risultato di ritrovamenti di reperti archeologici di notevole valore alcuni dei quali esposti (altri conservati) al museo Nazionale Etrusco della Rocca Albornoz.
  • rn

  • ….e ancora oggi dopo quasi centootto anni di appassionata attività, i volontari della Società Archeologica Viterbese “Pro Ferento” continuano a mantenere vivo l’amore per la propria terra e per la ricerca storico-archeologica, quali eredi spirituali di una grande tradizione.
  • rn

rn

rn

E’ con un certo entusiasmo che la società archeologica viterbese Pro-Ferento presenta questa nuova edizione del libro-guida TUSCIA NASCOSTA. Ormai a distanza di alcuni anni dalla prima stampa, abbiamo ritenuto opportuno aggiornare la pubblicazione realizzata nel 2006, in occasione del centenario della fondazione della nostra associazione. Resta invariato lo schema generale della pubblicazione, come restano invariati i suoi principi ispirativi: creare uno strumento originale e di facile consultazione, che raccoglie e presenta frammenti di paesaggio storico archeologico della Tuscia viterbese. Frammenti del passato altrimenti invisibili, trascurati e poco accessibili. Luoghi per qualche motivo divenuti “minori”, ma che sono una componente quanto mai caratterizzante del paesaggio viterbese. E’ doveroso formulare un sentito ringraziamento a tutti coloro che a suo tempo contribuirono a realizzare la prima stesura di questa guida e a quanti hanno contribuito, a qualunque titolo, alla stesura di questo nuovo volume.